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Le lenti indoor, l’ultima frontiera in fatto di vista



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Lo sanno tutti: il modo di lavorare è cambiato. Tutti noi abbiamo subìto il mutare delle professioni e delle prestazioni lavorative, l’allungamento temporale al ricorso delle tecnologie digitali, le sempre nuove necessità che ci hanno portato a mutare tutti i nostri comportamenti e di conseguenza anche il nostro modo di vedere.

A migliorarci la vita ci pensano ora le lenti indoor o lenti da ufficio (o più correttamente a profondità di campo), che rappresentano l’ultima frontiera e un’importante area sviluppo delle maggiori aziende produttrici di lenti oftalmiche. Tanto che si è fatta anche l’ipotesi che in futuro le semplici lenti da lettura cederanno il passo a queste “lenti evolute”, in grado di consentire una buona visione dai 30 centimetri fino ad una distanza desiderata.

Ma non si tratta affatto di lenti progressive, bensì lenti che sfruttano l’eventuale asfericità della lente stessa per generare un ingrandimento costante nella semi-porzione inferiore.


Per capirci e fare esempi pratici, chi lavora allo sportello potrebbe ottenere una prestazione delle lenti che gli consentono una messa a fuoco dai 30 cm fino a 1 metro circa, mentre chi lavora in ufficio potrebbe ottenere dai propri occhiali una messa a fuoco dai 30 cm (per lavorare al computer) fino a 2 metri circa. O ancora, per coloro che fanno front-office in piedi, potrebbero optare per lenti con prestazioni elevate in grado di consentire una messa a fuoco da 30 cm a 4 metri circa.

Come già detto in precedenza, il nostro mondo ci porta a lavorare costantemente con apparecchi digitali. Da una recente ricerca, si è stabilito che ben il 70% degli utilizzatori assidui di personal computer soffre di quella che viene chiamata “Computer Vision Syndrome” che provoca secchezza oculare, affaticamento degli occhi, mal di testa e mal di schiena. A contrastare tali effetti, ci vengono in aiuto le lenti indoor che sono “lenti dinamiche”, confortevoli già al primo utilizzo, riducono l’affaticamento oculare durante il lavoro a distanza prossimale.

In questo panorama si inseriscono anche le lenti specifiche per dispositivi digitali. Gli effetti dannosi sono provocati dall’eccessiva sovraesposizione della comunemente detta “luce blu” di questi dispositivi che nei casi più gravi può provocare insonnia, irritabilità, cali di attenzione, patologie oculari importanti.

La luce blu (anche se presente in natura) è quella generata artificialmente soprattutto da schermi retroilluminati dotati di lampade LED o fluorescenti. In realtà si tratta di una specifica lunghezza d’onda della luce blu-viola che, anche se corta, è però dotata di maggiore energia e frequenza. Gli effetti negativi sull’apparato visivo sono dati proprio dalla combinazione della distanza di utilizzo ravvicinata e dall’alta emissione di luce blu.

Per proteggere l’occhio da queste sgradevoli conseguenze, si utilizza un trattamento particolare delle lenti denominato “blueblock”. Questo trattamento, applicabile su tutte le lenti monofocali (per vicino) riduce l’effetto abbagliamento e migliora il contrasto garantendo una percezione naturale del colore per chi passa molte ore davanti agli schermi.

Questo articolo è redatto con la consulenza degli esperti di Nuova Ottica BED di Cinisello Balsamo (Area Nord Milano).

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