
La frenesia della vita moderna, il nuovo modo di lavorare e soprattutto la molteplicità di luoghi che ogni giorni frequentiamo, ci porta spesso a passare in posti con illuminazioni differenti: dalla luce esterna, all’illuminazione artificiale di un interno, dal sole pieno al repentino cambiamento di luce di un temporale; la continua sollecitazione dovuta al cambio della luce non è mai piacevole per la nostra vista e, per alcuni, è molto disturbante.
Sebbene l’occhio sia uno degli organi più incredibilmente “avanzato” del nostro corpo (se lo potessimo paragonare ad una macchina fotografica digitale avrebbe una risoluzione di 576 megapixel, quando la macchina più potente ora in commercio ha una risoluzione di 60 megapixel) è anche uno degli organi più delicati. Infatti, le problematiche e le malattie derivanti dall’eccessiva esposizione non alla luce, ma ai raggi ultravioletti contenuti al suo interno, vengono molto spesso sottovalutate: tutti noi conosciamo gli effetti che una lunga esposizione ai raggi solari provoca sulla pelle, eppure spesso non si è altrettanto accorti con i propri occhi.
Se non debitamente protetto, l’occhio può essere soggetto a gravi patologie derivanti da una lunga esposizione ai raggi solari come la cataratta e le degenerazioni maculari. Senza arrivare al peggio, l’esposizione prolungata al solo riverbero della luce su superfici riflettenti (pensate anche solo all’acqua del mare o la neve in montagna) possono provocare la cheratocongiuntivite attinica, un’infiammazione acuta che colpisce sia la congiuntiva sia la cornea, con sintomi quali lacrimazione, dolore, gonfiore alle palpebre, sensazione di sabbia negli occhi, vista annebbiata o ridotta.
Ecco allora che in risposta a questo problema, negli ormai lontani anni Sessanta dello scorso secolo, sono state introdotte sul mercato le lenti a scurimento automatico, comunemente note come lenti fotocromatiche: quest’importante scoperta del chimico Stanley Donald Stookey e del suo collega William Armistead ha permesso di realizzare delle lenti per occhiali in grado di reagire con sorprendente efficacia ai raggi UV.
Le lenti fotocromatiche hanno il compito di rendere più dolce il passaggio tra la luce esterna e quella degli spazi chiusi, oscurandosi più o meno velocemente a seconda del tipo di lenti. Dal loro esordio sul mercato, molte cose sono cambiate: se prima lo scurimento progressivo era limitato alle sole lenti in vetro, oggi questa tecnologia si applica anche sulle lenti sintetiche infrangibili. Ma quali sono i vantaggi e i rendimenti di queste lenti?
Come abbiamo già detto, le lenti fotocromatiche rappresentano una valida alternativa per la vita dinamica di oggi e permettono di non continuare a cambiare l’occhiale da sole con quello da vista, passando da un luogo aperto ad uno chiuso. In qualsiasi condizione atmosferica, che ci sia il sole o la pioggia, questo tipo di lenti fornisce sempre una protezione dai raggi UV del 100%. Inoltre, le più recenti tecnologie hanno permesso una rapidità nel cambio di colore incredibile, con un veloce passaggio da chiaro a scuro e viceversa. Va anche detto che le lenti fotocromatiche sono ideali non solo per gli adulti, ma anche per i bambini, i cui occhi sono molto più sensibili di quelli dei grandi.
Se si vuole optare per una lente fotocromatica che garantisca una visione perfetta, occorre assicurarsi che reagiscano molto rapidamente alle variazioni di luminosità, che diventino molto scure alla luce del sole e completamente trasparenti al chiuso, devono essere efficaci e offrire una protezione UV al 100%, devono avere una lunga durata e prestazioni elevate ed, infine, devono essere disponibili in tinte accattivanti e sempre alla moda.
È inoltre utile sapere che: le lenti fotocromatiche non funzionano in auto (infatti, la radiazione ultravioletta viene assorbita dal parabrezza); le lenti fotocromatiche non sostituiscono gli occhiali da sole (in ambienti esposti a forte irraggiamento solare e in presenza di temperature elevate, un paio di occhiali da sole oftalmici specifici a tonalità fissa offre migliore protezione); le lenti fotocromatiche proteggono anche all’ombra (anche se non si scuriscono come alla piena luce del sole, conservano il 100% di protezione solare UV); le lenti possono essere usante anche di notte; le lenti fotocromatiche sono completamente chiare al chiuso (sono quasi completamente trasparenti allo stato chiaro).
Per concludere, le lenti fotocromatiche sono particolarmente indicate anche a soffre di fotofobia, magari sviluppata in conseguenza di altre malattie della vista: sono adatte, quindi, ai chi soffre di cataratta, coloboma, congiuntivite, abrasione della cornea, anomalie congenite dell'occhio, trauma oculare, glaucoma e in generale a quasi tutte le malattie dell’occhio. Ma sono altrettanto efficaci anche per chi soffre di cefalea a grappolo ed emicrania.
Questo articolo è stato redatto con la consulenza degli esperti di Nuova Ottica Bed di Cinisello Balsamo, via Monte Ortigara 14 (Area Nord Milano).
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