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La matematica è politica di Chiara Valerio, Einaudi editore

Chiara Valerio è un’intellettuale brillante e militante, una scrittrice colta e raffinata dalla mente vivace, ironica, incalzante, di formazione matematica: ha infatti conseguito un dottorato di ricerca in calcolo delle probabilità, alla Normale di Pisa, e a lungo insegnato la materia.

Altra sua grande passione è la democrazia, cui ha dedicato un interessante pamphlet, dal titolo: La matematica è politica, uscito per i tipi di Einaudi, lo scorso settembre.

Il primo indiscusso merito di questo testo è quello di chiarire finalmente a generazioni e generazioni di studenti, nonché cittadini, convinte – ahinoi – di essere naturaliter negate per il calcolo e le materie scientifiche, al punto tale da ritenersi addirittura irrecuperabili, le ragioni – tutte politiche – del loro limite cognitivo: la riforma Gentile del 1923 che limitò la portata culturale delle scienze esatte nella formazione scolastica e universitaria, al cui interno da allora esse svolsero – e svolgono – un ruolo marginale.

Da ciò derivano, dunque, non solo e non tanto le fughe di cervelli dal nostro Paese, quanto piuttosto una sorta di depotenziamento delle nostre menti, proprio in relazione alla sfera logico-matematica.

Avere contezza di ciò è chiarificatore e, al tempo stesso, rassicurante per chi, come la sottoscritta, magari fiero della propria formazione umanistica, ha tuttavia sempre provato un discreto disagio tutte le volte in cui (immaginate quante!) si è trovato a verificare se, in un esercizio commerciale, gli fosse stato corrisposto il resto dovuto – e quindi esatto.

Secondo grande merito del testo è affermare che la matematica non è solo “un insieme di procedure di calcolo numerico”, ma può anche essere “apprendistato alla rivoluzione”, da intendere come “l’impossibilità di aderire a qualsiasi sistema logico, normativo, culturale e sentimentale in cui esista la verità assoluta, il capo, l’autorità imposta e indiscutibile”.

Così almeno è stato per Valerio e, nel leggerla, lo si comprende agevolmente e si finisce col crederlo possibile anche per noi, con l’inatteso risultato di sentirsi finalmente pacificati con la matematica e il mondo dei numeri, un mondo che, ci dice ancora Valerio, non lascia spazio “all’ignoranza dell’errore”, ma lo considera attentamente e lo ritiene “uno dei modi per proseguire la ricerca, raddrizzare il procedimento logico o addirittura cambiarlo”.

La matematica è dunque come noi e la vita, un susseguirsi di tentativi ed errori, per procedere e andare oltre, correggendo magari il tiro, al fine di raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati.

E se la matematica ci insegna la rivoluzione, essa non sarà un evento, “ma un processo”, in cui non vi sono certezze date una volta per tutte, giacché le certezze “camminano sulle gambe degli uomini e sui loro sistemi giuridici ed economici”.

La democrazia si presenta allora come una forma di rivoluzione da esercitare costantemente, in tempo di “pace” come in tempo di “guerra” – anche quella pandemica del nostro presente. Ed è una rivoluzione che possono e devono esercitare sia i singoli cittadini sia coloro i quali li rappresentano e compiono scelte per la collettività sulla scorta di quanto di volta in volta si verifica e accade. E, se necessario, correggono le loro scelte, cambiando idea, programmi, azioni, come facciamo noi con la nostra vita.

La matematica spiegata così è davvero accattivante, e ancora più affascinanti diventano la politica e la democrazia, che procedono per correzioni e cambiamenti costanti e si fanno sempre più inclusive e meno oppressive o soppressive.

Fate dunque la vostra rivoluzione – è un consiglio – e, se volete qualche ulteriore spunto di riflessione su questo nostro presente pandemico e infodemico, leggete questo libro.

Flavia Todisco


Autrice: Chiara Valerio

Titolo: La matematica è politica

Editore: Einaudi

Anno di pubblicazione: 2020

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