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Per Caissa Italia, Interviste d’Autore è con Mariapaola Pesce e il suo “La fattoria degli animali”

Nuova puntata di Interviste d'Autore. Per questo secondo appuntamento ospitiamo Mariapaola Pesce, coautrice insieme a Marcello Carriero de “La fattoria degli animali” di George Orwell, primo titolo della nuova collana Miliaria di Caissa Italia che ripropone in chiave moderna la lettura classica del primo novecento.

Per Caissa Italia, Interviste d’Autore è con Mariapaola Pesce e il suo “La fattoria degli animali”
Per Caissa Italia, Interviste d’Autore è con Mariapaola Pesce e il suo “La fattoria degli animali”

Tutti gli appuntamenti di Interviste d'autore – Storie di persone e di libri, un'iniziativa di Associazione LeGhirlande, saranno fruibili liberamente sul sito leghirlande.com (ex cinisellonline.it), un nuovo sito strutturato per permettere a chiunque di conoscere nuovi autori, di essere informato sulle nuove produzioni e di godere di produzioni un po’ meno nuove, ma che hanno caratteristiche interessanti e degne di essere raccontate.

Le caratteristiche principali di questo nuovo sito sono la possibilità di fruire dei contenuti in tre forme diverse: la lettura (come ogni giornale online), l'ascolto (i contributi saranno inseriti nel podcast) e la visione delle interviste grazie al lavoro di montaggio della sottoscritta che non solo intervista gli ospiti, ma ne cura anche la post-produzione.


Stefania: Ciao Mariapaola, perché non ci raccontaci un po’ di te? Io so che sei una libraia, una formatrice ed executive coach e che oggi ti occupi di scrittura e formazione. Ho dimenticato qualcosa?

Mapriapaola: «No, è tutto vero. I miei genitori avevano una libreria e io ho iniziato la mia attività lavorativa con loro. E questo è stato un bel esordio nel mondo del lavoro, poi sono successe tante cose, ho cambiato attività e oggi scrivo per ragazzi, mi occupo di formazione e di tutto quello che ha a che fare con le bellissime cose che si fanno con i libri per ragazzi».


Stefania: Mi vuoi parlare di Miliaria di Caissa? Questa collana particolare che parte con “La fattoria degli animali” di George Orwell intende riproporre la letteratura del primo novecento, la letteratura classica, che poi di fondo per ragazzi non era proprio. Quella a cui io sono abituata... Sai io ho una certa età quindi sono cresciuta con tutta quella letteratura lì. Perché intendete riproporre questi titoli e proporle a generazioni che sono diverse da noi?

Mapriapaola: «Secondo me tu hai detto una delle cose più importanti rispetto a questa collana: cioè il fatto che sia rivolta ad un pubblico nuovo e quindi c’è stata la voglia di andare verso di loro con un mezzo nuovo rispettando il più possibile la storia. Questo è stato fin da subito anche l'obiettivo di Yuri e di Tatiana (Yuri Garrett e Tatiana Pepe, ndr), gli editori: quello di prendere grandi opere che amano e che amiamo, rispettarne le storie e i loro messaggi e proporle in un linguaggio che sia adatto ai lettori di adesso, mescolando quindi le illustrazioni e il dialogo, non solo rispettando la vicenda ma anche sottolineando degli aspetti fondamentali con gli artifici dell'illustrazione, cioé il tipo di disegno, l'utilizzo di parole e di ingrandimenti e tutto ciò che può essere accattivante come linguaggio espressivo, ma rispettoso il più possibile del contenuto vero della storia. Miliaria ha proprio questo obiettivo».


Stefania: La fattoria degli animali oggi più che mai è una storia che occorre riprendere in mano; quanto mai attuale rispetto a questo nostro periodo storico. Siamo sicuri che non sia da consigliare anche ai più adulti?

Mapriapaola: «Guarda la sfida è anche che il proprio di prendere un opera che non è stata scritta con l'intenzione di essere lette ai bambini e di proporla ovviamente con una trasformazione tale da permettere loro di comprenderla o comunque di riuscire a contestualizzare quello che succede con delle parole che loro possano comprendere. In più, la forza dell'albo illustrato è proprio quella di essere leggibile su tanti livelli, quello delle illustrazioni (visto che belle cose ha fatto Marcello?), quello dello scritto, quello anche del lavoro sulla scrittura, ma anche della potenza grandiosa di essere un mezzo leggibile dai piccoli in autonomia o con gli adulti in una lettura condivisa. Perché non pensare che un libro comprato per un figlio o per un nipote non possa diventare una bella rilettura fatta insieme ed avere il doppio del risultato di far riflettere due generazioni? A me piace l'immagine di vedere genitori e figli o nipoti con i nonni dialogare su questi temi. E condivido con te che sono contemporanei in una maniera incredibile!».


Stefania: Quello che mi ha stupito, direi anche impressionato, di quest’albo illustrato è l’illustrazione: è stato volutamente cercato un modo di porsi moderno attraverso proprio il tratto della graphic novel, del fumetto. E l’altra cosa che mi ha lasciato abbastanza basita, e non in modo negativo, è l'assenza o quasi del colore, cosa insolita quando ci si rivolge a un mercato di bambini! Invece voi avete fatto una scelta quasi in controtendenza, ovvero togliere il colore e di lavorare un tratto molto deciso, molto importante. Cosa vuoi dirmi rispetto a questo?

Mapriapaola: «Hai notato proprio uno degli aspetti che sono stati quelli vincenti di questo di questo esperimento; il tratto è molto particolare, molto visibile, quasi da cartoon più che ancora da fumetto. Per cui ottiene un interesse ampio, facendo l’occhiolino all'animazione e il colore va a sottolineare proprio alcuni momenti. Perché il colore c'è, ma si deve capire dove. Ci si arriva piano piano e tu non hai fatto a caso questa domanda, perché hai notato il fatto che i colori sottolineano alcuni momenti. Insomma, un linguaggio attraverso un altro linguaggio, quello narrativo. Secondo me è stata una bellissima intuizione. In questo caso è più che evidente il lavoro di squadra che regna in Caissa; si respira un’atmosfera di grande condivisione di opinioni e c'è una ricerca di tutti i linguaggi possibili per ‘attraversare’ un libro per proporlo nel modo giusto. Chi lo leggerà con l'attenzione giusta si renderà conto che a colori diversi corrispondono situazioni diverse, snodi della storia e quindi la capirà, la sentirà, la vivrà con partecipazione».


Stefania: Sicuramente è stato fatto un lavoro di notevole spessore dal punto di vista dell'illustrazione, questo senza nulla togliere ovviamente a tutto il resto. Ma l'impatto visivo che se ne ottiene è veramente importante...

Mapriapaola: «Io sono d'accordissimo con te e tra l'altro, da autrice, da persone che non tiene una matita in mano perché non ha proprio nessuna competenza in questo senso, mi innamoro quando vedo succedere quella magia, quell'alchimia dell'incontro tra le parole e la capacità degli illustratori di rendere in immagini quello che noi abbiamo fumosamente nella testa».


Stefania: Il mondo in cui vi volete inserire con la collana Miliaria è il mondo dei giovani adulti, una delle fasce di età più complicate. I giovani tendono a utilizzare i social quasi esclusivamente, sono sempre sul telefonino, hanno i videogiochi. Come pensate di convincere un adolescente a mettere via la console e riappropriarsi di quel momento di riflessione? Qual è il messaggio che voi volete inviare e come traghettarli di nuovo indietro nel tempo?

Mapriapaola: «Guarda questa domanda mi stuzzica un sacco. Un po’ perché vengono fuori un sacco di passati in comune, l'età è quella è evidente. Ciò detto mi sono chiesta effettivamente perché un ragazzo dovrebbe cercare in un ritmo più lento, cioè quello della lettura, rispetto a quello molto veloce del linguaggio dei social e mi è venuto in mente una cosa di un anno e mezzo fa. Negli Stati Uniti, Trump non piaceva tantissimo ai giovani. E i giovani hanno usato i social per dirgli cosa ne pensavano: senza messaggi cattivi, senza offese. In occasione di un incontro con gli elettori che si teneva a Tulsa in Oklahoma, hanno prenotato circa il 30 per cento dei posti in uno stadio che poi sono stati lasciati i deserti: l'obiettivo era dirgli non credere di avere tutta la folla che vuoi. E lo hanno fatto con tik tok, uno dei social più controversi in questo momento. Quindi mi è venuto in mente che i social possano essere un po’ quello che si vuole, in ragione di ciò che si vuole ottenere. Per cui ci sono giovani che li usano per intrattenimento e giovani che ci fanno politica, ma in generale ci fanno attività di comunicazione. E io penso che noi possiamo lavorare tanto in questa direzione, scegliendo una modalità di narrazione, di comunicazione, che a loro piace. Quella del fumetto, per intenderci, dell'animazione e con questo modo possiamo arrivare a far capire che c'è del bello un po’ dappertutto. Li perdiamo nel momento in cui smettiamo di essergli vicini, di essere al loro fianco e di smettere di incuriosirci per quello che fanno. Non dobbiamo pensare che tutto il bello fosse quando noi eravamo giovani, sappiamo benissimo che non è così.


Stefania: Mariapaola Pesce, oltre quello che abbiamo detto prima di te, cos'altro vuoi aggiungere? Non so; quello che ti piacerebbe fare in futuro.

Mapriapaola: «Dici da grande? Allora: a parte il lavoro di autrice, mi piace affiancare il coaching, per le attività che svolgo, quindi essere una persona che aiuta gli altri a trovare i propri strumenti e la propria strada. E mi piace farlo con la letteratura, con gli autori esordienti, con i giovani, con chi ha a piacere di percorrere dei pezzetti di strada.

La collaborazione con gli illustratori per me una cosa bellissima perché imparo da loro continuamente, anche se non riesco a imparare a disegnare e temo che quella sia purtroppo una battaglia persa.

Siccome ho pubblicato già due graphic novel, il mio vero sogno nel cassetto e che da una di queste possa venir fuori un film un'animazione. Quello è il sogno nel cassetto per quando sarò grande».


Stefania: E io te lo auguro perché l'entusiasmo che ci metti nel raccontare di te e del tuo lavoro è contagioso. Se dovessi raccontare quest'opera in tre parole cosa quale useresti?

Mapriapaola: «La sintesi è importante: direi che è ispirato, sincero ed è il risultato di un ottimo lavoro di squadra. Lo so, sono un po’ di parole in più, ma la storia è bella e noi ci abbiamo lavorato proprio con sincerità, con la voglia di rispettarla, con tanta ispirazione. Io mi porto veramente dentro una sensazione di benessere riguardo questo lavoro, perché c'è attenzione al dettaglio, c'è un obiettivo, c'è tanto coraggio. Il coraggio di chi sceglie di iniziare una nuova collana con una nuova un'autrice, piuttosto che comprare qualcosa di già fatto.


Stefania: Caspita, è tanta roba!

Mapriapaola: «È vero... È tanta roba veramente e in più c'è proprio l'indipendenza, quella vera. Quella di poter scegliere le storie che ti piacciono, che ti convincono e farne non solo un lavoro commerciale, ma un grosso lavoro di comunicazione. Perché niente di quello che si fa prescinde dalla comunicazione.


Stefania: L'ultima cosa che ti chiedo è questa: il tuo lavoro di autrice è rivolto solo ai più giovani o c'è qualcosa che vorresti fare di narrativa per adulti?

Mapriapaola: «Non so se tu hai la bacchetta magica o riesci a prevedere le cose. In realtà il prossimo anno usciranno 2 miei romanzi, di cui uno è un giallo ma per più piccolini, mentre l'altro è rivolto ad un pubblico un po’ più grande... Siamo su una fascia 16 e 17 anni. Sarà un romanzo tosto, un po’ crudo, che parla di situazioni meno divertenti di quelle dedicate ai più piccoli.


Stefania: Mariapaola, ti ringrazio molto per il tempo che mi hai dedicato e mi piace l'entusiasmo che tu metti in quello che dici. L’ultima cosa che ti chiedo è: “La fattoria degli animali” è già disponibile? Sarà sicuramente sul sito di Caissa e anche in libreria?

Mapriapaola: «Al momento lo stiamo tutti aspettando. Ma per quando uscirà questa intervista, sarà di certo disponibile».


Stefania: Va bene. Alla prossima e appena hai qualche novità fammelo sapere che così ne facciamo un'altra di chiacchierata.

Mapriapaola: «Molto volentieri; mi sono divertita e rilassata da morire... Sei un’ottima intervistatrice!».



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