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Lisa Ginzburg, Cara pace, Ponte alle Grazie


C’è chi vive in trincea tutta la vita, in costante difesa rispetto a ciò che della vita stessa, a volte, ferisce e fa male – molto male, tanto da lasciare un segno indelebile –, a volte, invece, eccita e inebria – e può persino travolgere tanto è grande la sua forza propulsiva.

Una vita così, al riparo e protetta, rende possibile andare avanti e, a mano a mano che il tempo scorre, permette di superare i traumi che hanno turbato e ferito.

Dietro lo scudo, infatti, si vive, si ama, si soffre anche, ma con un’intensità minore, ché l’armatura tiene al riparo da ogni fortunale e passione prorompente.

Dietro lo scudo, quindi, si cresce, matura e, spesso, si invecchia e muore.

Talvolta, però, accade che quasi per caso, a un certo punto, lo stato di allerta e difesa passi in secondo piano, non sembri più così urgente e necessario, tanto da dimenticarsene. È allora che ci si scopre unici e inimitabili, persino amabili, in primo luogo ai nostri occhi: lo scudo ci ha preservato, tutelando la parte di noi più pura e vera. E così, oltre lo scudo, si scopre un’estrema pace e armonia, insieme a infinite occasioni di vita, nuove storie di cui, se vorremo, potremo essere protagonisti, finalmente liberi di scegliere, di vivere e sentire le emozioni.

Questo è quanto succede a Maddalena, protagonista, insieme alla sorella Nina, di Cara pace, romanzo di Lisa Ginzburg, edito da Ponte alle Grazie e candidato al Premio Strega 2021.

Maddi e Nina crescono lontane dai genitori, sostanzialmente sole e orfane, pur non essendolo. Da questo trauma, che le unisce ancor più profondamente della stessa sorellanza – o forse è questa la sua vera natura: sorreggersi mentre si cade e scoprire che si è capaci di librarsi in volo –, le due sorelle elaborano una opposta strategia di sopravvivenza: la maggiore, Maddalena, si proteggerà trincerandosi sotto uno spesso carapace, come la tartaruga che vive sul terrazzo di casa, mentre Nina, la minore, sedurrà la vita e chi le starà accanto al ritmo incalzante della propria corsa e voglia di ardere, salvo poi, inevitabilmente, distruggere tutto, rinnegando ogni relazione ed esperienza.

Finché cresceranno e diventeranno donne, le due sorelle si sosterranno e conforteranno l’una con l’altra, ma le loro vite non si risolveranno, anzi resteranno quasi imbrigliate tra loro.

Solo distraendosi dal vincolo che le unisce e frena, in un rimando di specchi sovrapposti, dimenticandosi momentaneamente l’una dell’altra, troveranno risposte alle proprie domande e scopriranno – ciascuna a proprio modo – di potere essere anche altre, rispetto a come sono state fino ad allora, e accoglieranno opportunità, prima, neppure immaginabili. Nina proverà a preservare e coltivare, mentre Maddalena, lasciando andare ogni difesa preventiva, potrà ammirare lo schiudersi del proprio carapace e vedere fuoriuscire, agognata, la cara pace, insieme a possibilità infinite per la ragazza e la donna, che non è mai stata.

Cara pace è un romanzo sulle fratture e i traumi familiari, sull’orfanezza e la sorellanza, sul doppio che, sempre e comunque, rivela il rovescio della nostra (presunta) essenza, sulla serenità che, nel distinguerci e individuarci, alla fine troviamo. Lo stile è elegante e impeccabile, tanto che sembra addirittura ingentilire i conflitti, i tradimenti e le cesure che narra.

La pace che sprigiona alla fine, però, è reale e quasi tangibile, come pure il caleidoscopio di nostri possibili che suggerisce di esplorare.

Leggetelo, siate o non siate in (cerca di) pace… e anche se amate la lotta.


Flavia Todisco


Autrice: Lisa Ginzburg

Titolo: Cara pace

Editore: Ponte alle Grazie

Anno di pubblicazione: 2020

Consigliato? A chi vive in trincea… e a chi ha deposto lo scudo


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