La stagione si è aperta con "Secondo Orfea. Quando l'amore fa miracoli” di e con Margherita Antonelli venerdì 23 novembre. Nei prossimi mesi fino a maggio, tanti altri artisti di altissimo profilo saliranno sul palco del Teatro PIME di Milano. Tutti gli spettacoli sono a ingresso libero.
Oggi, nonostante i suoi 92 anni, il PIME a Milano è vivacissimo e pronto a intraprendere con coraggio e generosità sempre nuove strade per annunciare il Vangelo ovunque la Buona Novella non sia ancora stata portata o è stata dimenticata.
Debutta così a Milano, da novembre 2018 a maggio 2019 la prima stagione teatrale firmata interamente dal PIME, 7 spettacoli selezionati con cura dal Direttore artistico Andrea Zaniboni, offerti con ingresso libero e cuore appassionato "per spalancare a ciascuno altri mondi e modi possibili per accettare la sfida di vivere; le "Emissioni teatrali", titolo del cartellone, sono proposte come antidoto alle emissioni spesso nocive, inquinanti, pericolose e tendenzialmente negative del nostro tempo malato. La scommessa è che Gesù sia scoperto o riscoperto con gioia e stupore grazie all’esperienza estetica ed artistica, dove le cose possono assumere significati molto diversi, proprio come nella vita spirituale.
Zaniboni, responsabile della Promozione al PIME, autore di numerosi spettacoli teatrali, racconti, fiabe e canzoni rivolti al mondo giovanile e collaboratore di EquiVoci Musicali per la produzione e ideazione di concerti, spettacoli ed eventi che utilizzano sul palco diversi linguaggi, spiega così il 'suo' cartellone: «Il programma si dipana come un viaggio interiore. Si parte a novembre con Margherita Antonelli, la Sofia di Zelig, che porta in scena la vita di Gesù con uno sguardo commosso tutto femminile, umoristico e allo stesso tempo toccante e poetico. In questa chiave la storia del Cristo può conquistare chi non la conosce e scuotere l'attenzione di chi sembra averci fatto l'abitudine; senz'altro accende di sorrisi e tenerezza gli innamorati di Gesù. Una serata davvero adatta a ogni età».
Dopo il primo spettacolo, il cartellone della stagione teatrale Pime prosegue con altri importanti appuntamenti:
A dicembre verranno ospitati i 50 artisti del coro Monday Gospel, per riscoprire la forza travolgente della speranza nelle popolazioni africane ridotte in schiavitù.
E dopo il canto che libera, a gennaio la musica che salva: l’incredibile esperienza di Alice Herz-Sommer, pianista ebrea sopravvissuta all'orrore dei lager nazisti, grazie alla sua arte, una testimonianza di luce nella notte del genere umano.
A febbraio la musica che unisce: si esibirà il coro multietnico Elikya che non è solo un’esperienza musicale ma soprattutto un laboratorio culturale e sociale composto da persone di nazionalità, religione e provenienze molto diverse, che si ritrovano a fare unità semplicemente intorno a uno spartito.
A marzo, il teatro ospita il nuovo musical de La Mangrovia, la compagnia teatrale dei giovani PIME che, al rientro in Italia dopo un soggiorno missionario all'estero, si rivolgono ad altri giovani per raccontare frammenti di umanità attraverso la recitazione e il teatro, sostenendo alcuni progetti solidali nel mondo.
Ad aprile è di scena il teatro d’impegno sociale e civile: un viaggio in Amazzonia, con musica e parole, nella culla della biodiversità ma anche terra di contrasti, di sfruttamento indiscriminato dell’ambiente e delle popolazioni native, nonché luogo di martirio per molti. Lo spettacolo racconta la vita di numerosi testimoni di speranza e sostiene vari progetti dei nostri missionari impegnati da 70 anni in quelle terre.
L’ultimo appuntamento di maggio, è un omaggio alla bellezza. All’interno della splendida cornice del Museo Popoli e Culture del Centro Pime di Milano, luogo che già di per sé promuove da oltre cent’anni una cultura dell’incontro, dello scambio e della convivialità delle differenze, si potranno ascoltare le partiture di missionari musicisti che durante il 1600 e il 1700 utilizzarono il pentagramma all'interno della loro opera pastorale stupendo imperatori e gente comune e costruendo così le basi di una relazione di amicizia e reciproca fiducia.
Le storie sono ispirate al sogno dei missionari del PIME, da sempre mossi da un sguardo contemplativo e pratico allo stesso tempo, commossi dall’umanità che incontrano, feriti dalle ingiustizie che vedono e subiscono ogni giorno, fiduciosi di poter annunciare una speranza per se stessi e per gli altri.
«Noi vorremmo condividere questa missione sul palco», conclude Zaniboni. «Lo faremo cantando, recitando, suonando, raccontando testimonianze, visioni, poesie. I primi destinatari di questa proposta siamo noi che l’abbiamo ideata e ci auguriamo di condividerla con tanti altri al Centro PIME di Milano».