Lo vediamo tutti i giorni: il movimento che sostiene il Rugby in Italia cresce sempre di più. Ma perché? E soprattutto, è adatto ai bambini? Spesso si pensa che questo sport sia associabile agli sport violenti, ma in realtà il Rugby si è molto diffuso in questi ultimi anni soprattutto tra i bambini perché, alla base di questo gioco, c'è uno spirito educativo elevato incastonato come una pietra preziosa nelle regole stesse di questo sport. Ecco allora che il rispetto dell'arbitro, il non lasciare indietro nessuno, la voglia di divertirsi e il rispetto degli avversari diventano l’essenza stessa di questo gioco.
A Cinisello Balsamo, i custodi di questo sport magico sono gli istruttori e i ragazzi di Centro Rugby Nord Milano – Lupi Metropolitani di Via Cilea. Il Rugby, è uno sport deciso, ma non violento; combattivo, ma rispettoso; uno sport di squadra dove in campo lo sono tutti con una palla ovale da domare e passare nelle retrovie, ai compagni di squadra per avanzare tutti insieme verso la meta.
Rugby per bambini - Il coraggio di buttarsi: un gioco pieno di metafore
«Riuscire a padroneggiare un ovale che rimbalza in maniera incontrollata significa essere in grado di affrontare le difficoltà di ogni giorno», spiega Daniele Pacini, responsabile tecnico del rugby di base della Federazione Italiana Rugby.
Il rugby è un gioco fisico, dal sapore antico: è uno sport in continua crescita soprattutto nella fascia fino ai 12 anni e sono sempre di più i bambini che si buttano nella mischia. Purtroppo ci sono ancora molti timori e resistenze in particolare da parte dei genitori, che lo considerano uno sport violento. In realtà i benefici del Rugby per bambini sono molto di più delle possibili controindicazioni, proprio nelle fasce più giovanili. Il Rugby è uno sport che fa bene.
Il Rugby e i bambini: i benefici di questo sport
Qui di seguito, elenchiamo alcuni buoni motivi per scegliere il Rugby per i propri figli.
Sono quasi tutti in campo Il rugby negli ultimi anni è cresciuto nella fascia d'età che va dall'under 6 fino all'under 12. Ad attirare i bambini è soprattutto l’idea di fare gruppo: si gioca con 13 giocatori e con un massimo di sei e un minimo di tre in panchina. Quindi tutti partecipano alla partita.
Si insegna il rispetto Un'altra regola che caratterizza questo sport e lo differenzia, ad esempio, dal calcio, è che nessuno all'infuori del capitano può parlare e tanto meno contestare l'arbitro. Se qualcuno lo fa, la squadra tutta viene penalizzata. Quindi pagano tutti per le intemperanze di uno.
Favorisce lo sviluppo motorio dei piccoli Fino ai 12 anni si gioca senza porte, senza mischie, senza toche (rimesse laterali), senza colpi e con numero ridotto di giocatori, maschi e femmine insieme. Questo consente di sviluppare gli schemi motori e durante l'allenamento si insegna soprattutto a correre, saltare, rotolare.
Il rugby fa bene, soprattutto ai bambini difficili Come tutti gli sport di squadra, crea coesione, fa nascere amicizie, insegna la solidarietà e a relazionarsi con gli altri. E allo stesso tempo a rispettarli. «Ci sono categorie diagnostiche per le quali è da tempo riconosciuto l’effetto positivo di sport come il rugby. Come nel caso dell’ADHD, disturbo da deficit di attenzione e iperattività», ha dichiarato Laura Salvoni, direttore della Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza del Papa Giovanni XXIII -
Uno sport che non discrimina i generi Anche le donne sono sempre più presenti, soprattutto nel minirugby. Questo perché fino all'under 12, maschi e femmine giocano assieme. È un fenomeno che va incoraggiato, anche perché le bambine da piccole sono molto più portate allo sport dei maschi e si appassionano molto. Inoltre ad alti livelli il rugby femminile è più tecnico, essendo meno di forza, ed è quindi molto più interessante.
Il terzo tempo: non ci sono nemici È un fenomeno unico nel panorama sportivo: il terzo tempo è il momento conviviale del dopo partita e nel minirugby è ancora più importante. I bambini fraternizzano con gli avversari e i genitori fanno amicizia. Con il terzo tempo il rugby insegna ai piccoli che le partite sono un gioco, dove ci si impegna ma soprattutto ci si diverte nel rispetto degli avversari.
Non è uno sport pericoloso Infine, negli allenamenti viene insegnato ai bambini più piccoli come cadere senza farsi male.
«Questo è molto importante per i bambini d'oggi che stanno dimenticando come si cade. I nostri piccoli si muovono molto poco: non corrono, non giocano in cortile, non si sbucciano mai le ginocchia e di conseguenza non imparano nemmeno a cadere», spiega Attilio Turchetta, responsabile di medicina dello sport all'ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma
Rugby per bambini: a che età cominciare e fa bene anche a per il rendimento scolastico
Già a 4 anni: a questa età si parla più che altro di motricità attraverso il gioco, sempre in forma globale, semplice, intuitiva, divertente e i piccoli delle categorie under 6 e under 8 vedono il loro allenatore come un educatore. Poi si continua fino a 99 anni, con le varie categorie, fino agli “Old”.
Infine, diciamo a tutti i genitori che il rugby è uno sport che fa bene anche per il rendimento scolastico. A dimostrarlo è una ricerca condotta dall'Università dell'Illinois pubblicata su Pediatrics: lo studio, condotto su 221 bimbi dai 7 ai 9 anni che fanno sport, ha dimostrato che nei piccoli sportivi si attivano maggiormente le aree del cervello responsabili dell'attenzione e della flessibilità cognitiva.
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