Mi nutro di parole, da quando sono nata – come tutti, naturalmente. La parola per me è sacra, veneranda, un bene primario e assoluto, cui prestare attenzione, dedicare studio e esercizio – scrittura.
Con le parole lavoro, mi relaziono, agisco – faccio quello che dico, altrimenti non parlo. E, quando vado in libreria o in biblioteca, mi dirigo innanzitutto verso gli scaffali di narrativa, poesia, saggistica, raramente mi aggiro negli spazi dedicati al fumetto o alle graphic novel, che mi affascinano, ma sono “fuori della mia portata”. È un mio limite, lo riconosco, ma il mio approccio alle “cose” e alle visioni sul mondo è principalmente verbale, non visivo, sebbene apprezzi tutte le arti che con le immagini costruiscono narrazioni e discorsi.
È quindi con grande sorpresa che constato – e quasi “ammetto” – di essere stata letteralmente stregata da una raccolta di vignette, Smettetela di farci la festa. Di discriminazioni di genere, che raccoglie illustrazioni, slogan e brevi testi di Stefania Spanò, in arte Anarkikka, edita da People una decina di giorni fa.
Non l’ho scoperta da sola, ovviamente; un altro libro mi ci ha accompagnata, un libro di parole miste a immagini: Stai zitta di Michela Murgia, del quale Anarkikka ha realizzato la copertina e le vignette che ne introducono i capitoli. E, come accade ormai a molti, incuriosita, ho fatto una breve ricerca in rete per comprendere chi fosse Anarkikka e di che cosa si occupasse. È stato allora che come un fulmine il titolo e la copertina di Smettetela di farci la festa mi hanno folgorata e, senza troppi indugi, me lo sono procurata.
Non avete idea della bellezza delle immagini che contiene – forse, la può immaginare chi è avvezzo a questo genere di pubblicazione e linguaggio, per me si è trattato di una vera rivelazione! Non avete neppure idea – questo no, a meno che non lo abbiate letto – della sagacia e perfezione – sì, proprio così: perfezione – degli slogan e dei brevi testi che corredano o commentano ogni vignetta.
Il tratto è preciso, asciutto, essenziale; le parole sono scolpite, misurate, efficaci. Nulla è superfluo. Tutto è calibrato e immediato, in un misto di provocazione e sarcasmo, che giungono a segno, colpiscono e catturano.
Ho sfogliato, letto, ammirato per un paio d’ore questo gioiello, poi è stato più forte di me, ne ho subito parlato con le amiche e gli amici, cui l’ho decantato e consigliato.
Le vignette ci parlano del femminicidio, del linguaggio sessista e spesso inadeguato con cui i media affrontano la violenza sulle donne; ci rammentano che spesso chi è vittima di violenza domestica si sente sola e rinuncia a sporgere denuncia. Ci sono anche vignette che ricordano la legge 194 e i numeri dell’obiezione di coscienza, mentre altre riguardano le donne che, adescate altrove, finiscono con l’essere sfruttate sessualmente agli angoli delle nostre strade.
Parola e immagine, nel libro, si uniscono per sensibilizzare e invitare a una presa di posizione rispetto a una cultura e una società per lo più ancora inique nei confronti delle donne, di cui spesso violano i diritti più elementari – o assistono a tali ingiustizie e violazioni senza indignarsi né protestare.
Leggerlo non lascia certo indifferenti, scuote, provoca, smuove.
Buttate l’occhio, vedete che succede – magari vi travolge!
E se vi piace, regalatelo, alle più giovani in particolare, il suo linguaggio può essere più efficace di tanti (nostri) discorsi e spiegazioni...
Flavia Todisco
Autrice: Anarkikka
Titolo: Smettetela di farci la festa.
Di discriminazioni di genere.
Editore: People
Anno di pubblicazione: 2021
Consigliato? Lo devo ribadire?
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